Vongola verace: dal produttore al supermercato prezzi lievitati

GORO (FE) – La vongola verace costa troppo per chi la va a comprare in un qualsiasi supermercato non solo emiliano-romagnolo ma di tutto il Nord Italia. A metà gennaio in una nota catena di supermercati in provincia di Milano era venduta a 18,90 euro/kg e nella stessa settimana veniva pagata ai produttori di Goro, zona produttiva d’eccellenza nel ferrarese, a 6,50 euro/kg. Il problema, secondo Marco Ballarini, socio della cooperativa “Alba Nuova” e consigliere nazionale di Pescagri è evidente: “La speculazione lungo la filiera della vongola verace, con prezzi che triplicano durante i passaggi dalla produzione ai banchi dei supermercati, sta facendo diminuire i consumi”. Una situazione grave che si aggiunge alle problematiche incontrate la scorsa estate, quando le alte temperature hanno provocato l’asfissia delle vongole provocando cali produttivi anche del 30-40% e all’attuale rallentamento della pesca.

“I consumatori vivono nell’incertezza e in una condizione permanente di preoccupazione generale da molti mesi – continua Ballarini – per l’andamento della nostra economia, per le problematiche derivate dal conflitto russo-ucraino che ha portato a all’aumento dei costi energetici che, come ormai sappiamo, stanno pesando sui bilanci di aziende e famiglie. La vongola non è naturalmente un bene primario e dunque non finisce più facilmente nel carrello della spesa, soprattutto se il prezzo di vendita al dettaglio sfiora i 20 euro/kg. Anche la filiera della vongola verace, infatti, come accade peraltro per quelle ortofrutticole, è diventata speculativa: i produttori si trovano a vendere a prezzi spesso troppo bassi per coprire i costi produttivi, ma a questo non corrisponde la discesa dei prezzi al consumo, che rimangono vergognosamente alti e inarrivabili per il consumatore medio. Comprendo – continua Ballarini – che ci sono spese di trasporto e logistica tra la raccolta e l’arrivo sui bandi della GDO, ma è possibile che il prezzo venga, quando va bene, triplicato? Per noi pescatori la situazione sta diventando insostenibile, anche perché coltivare la vongola è sempre più complesso non solo per le condizioni climatiche, ma anche per le lentezze burocratiche che attanagliano il comparto.

Il mare è un ambiente che cambia velocemente, capita che le maree portino via il seme ed è necessario fare richiesta per spostarsi in una nuova concessione. La velocità dell’ambiente marino si scontra, però, con i tempi lentissimi della burocrazia: possono passare anche due anni per avere poter effettuare lo spostamento. La Regione ultimamente ha velocizzato la procedura e magari “bastano” sei mesi, che sono comunque troppi per l’andamento del nostro lavoro. Alla burocrazia si aggiungono i problemi legati alla produzione che non riguardano esclusivamente i cambiamenti climatici. Quest’anno, infatti, un primo punto debole della campagna produttiva sarà la semina per il forte rischio di rimanere senza seme. Il laboratorio francese che ce lo fornisce abitualmente – attualmente con il seme autoprodotto copriamo solo il 50% del fabbisogno – ha avuto una moria generale del seme di vongola, dovuta probabilmente a un batterio, e non potrà fornircelo.

Ci sono naturalmente altri laboratori, ma dovranno gestire le richieste di tutti i clienti di quello francese e non sappiamo ancora se riusciranno a produrre la quantità necessaria per sopperire alla domanda. In tutto questo – conclude Ballarini – Pescagri dovrebbe agire in maniera più decisa e forte a livello nazionale. Come consigliere ho sollecitato più volte una presa di posizione chiara e interventi per limitare le speculazioni di mercato che provocano lo stallo dei consumi e fanno propendere il consumatore verso altri prodotti ittici, magari importati. E soprattutto ho chiesto uno snellimento delle pratiche burocratiche, che devono consentire ai produttori di vongole di non perdere interi raccolti solo perché non si possono spostare velocemente nelle zone adibite alla produzione”.