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Crisi dello zucchero

Barbabietola da zucchero: un’altra coltura a rischio

Secondo Cia Ferrara la crisi del prezzo dello zucchero può togliere agli agricoltori l’opportunità di continuare a coltivare un prodotto capace di generare reddito e alternativo ai seminativi

Ferrara – “Nonostante la chiusura di molti stabilimenti e una forte contrazione del settore saccarifero negli ultimi quindici anni, la barbabietola da zucchero rimane una coltura tradizionale del ferrarese e di tutta la Pianura Padana, una filiera che dobbiamo tutelare in tutti i modi possibili – afferma Stefano Calderoni, presidente provinciale di Cia – Agricoltori Italiani Ferrara, a fronte della crisi dei prezzi dello zucchero che sta mettendo in ginocchio il settore.

 

Il problema dei prezzi è iniziato lo scorso settembre, quando è finito il regime delle quote produttive – le cosiddette “quote zucchero” – deciso a Bruxelles nel 2006, che definivano dei tetti produttivi ai paesi membri. Da quel momento Francia e Germania, i due principali produttori europei, hanno immesso sul mercato grandi quantità di zucchero, circa il 20-30% in più degli anni scorsi, che hanno saturato il mercato e fatto crollare i prezzi, da circa 600 euro alla tonnellata a poco più di 350.

“Per i produttori ferraresi la barbabietola da zucchero è una buona alternativa ai seminativi che non riescono più a garantire redditi soddisfacenti – continua Calderoni-. Ora però stiamo subendo una concorrenza fortissima su più fronti, da quello europeo a quello mondiale da parte dei paesi tradizionalmente esportatori come India, Thailandia e Brasile. L’Italia peraltro non riesce a sopperire alla richiesta interna di zucchero che proviene prevalentemente dall’industria dolciaria e quindi ci troviamo a subire le regole di mercato dettate da altri. In questo contesto si genera il circolo vizioso: avremmo bisogno di produrre più zucchero Made in Italy per la domanda interna, ma agli agricoltori non conviene più coltivare la barbabietola e rischiamo di dover importare sempre più prodotto.

Apprezziamo la mobilitazione di Coprob (Cooperativa Produttori Bieticoli) – che può contare su circa 7.000 tra soci e coltivatori conferenti – che ha lanciato il “Patto per lo zucchero italiano”, al quale ha aderito anche l’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari. Questo – continua Calderoni – è il momento della coesione, per andare a Bruxelles e chiedere di sanare lo squilibrio creato dalla fine delle “quote zucchero”, anche se l’instabilità politica attuale non aiuta. Bisogna però lavorare anche a livello locale, chiedendo alla nostra Regione di intervenire con degli incentivi per valorizzare chi sceglie di continuare a produrre barbabietola da zucchero. Noi agricoltori siamo pronti a lottare per preservare un patrimonio produttivo che, come accade per altri – penso ad esempio al riso, messo a rischio dalle politiche europee dei dazi – rischia di scomparire. Siamo pronti a innovare le tecniche produttive per continuare sulla strada dell’eccellenza. Ma non possiamo rimanere da soli su quella strada, occorre creare un fronte comune e un sistema di incentivazione che renda nuovamente remunerativo produrre la barbabietola da zucchero.”

 

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