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Chiediamo al Masaf di applicare le norme sulle pratiche commerciali sleali

Liquidità per il settore ortofrutticolo in crisi da diversi anni, redditività per le aziende agricole, più aggregazione dell’offerta e campagne promozionali per incentivare i consumi. Sono questi alcuni punti portati da Cia-Agricoltori Italiani al Tavolo Ortofrutta convocato al Masaf dal ministro Lollobrigida, che si è tenuto nei giorni scorsi.

Un importante confronto istituzionale, nel corso del quale sono state chieste misure urgenti per un comparto che a livello nazionale rappresenta il 25% della produzione, con un valore di 15 miliardi di euro, ma che non garantisce più remuneratività alle aziende agricole per quella che si può definire la “tempesta perfetta”: l’incremento dei costi di produzione, l’andamento climatico anomalo, la mancanza di manodopera e le emergenze fitosanitarie.

Luana Tampieri, presidente di Cia-Agricoltori Italiani Imola, ha commentato i risultati del Tavolo, alla luce delle esigenze e delle richieste del territorio.

“I produttori frutticoli di Cia – Agricoltori Italiani Imola lamentano da molto tempo le difficoltà, ormai diventate strutturali, di un comparto che sarebbe ad alto valore aggiunto: peccato che quel valore arriva solo a chi commercializza e vende i nostri prodotti. Sicuramente l’incontro al ministero ci ha consentito di fare alcune richieste fondamentali e urgenti, partendo da un primo punto essenziale: rendere subito operative le risorse previste dalla legge di Bilancio per dare liquidità agli agricoltori. Oltre a questo, ma non di minore importanza, al Tavolo è stato chiesto di snellire le procedure burocratiche e rivedere le quote del Decreto flussi per risolvere il problema dell’assenza di manodopera; di governare le importazioni per determinati quantitativi e periodi e di finanziare progetti di ricerca per l’applicazione di nuove tecniche genomiche. Sul nostro territorio abbiamo visto in questi ultimi anni – continua Tampieri – i prodotti frutticoli tipici, dalle albicocche alle nettarine, perdere di valore, mentre i prezzi nei supermercati continuano a lievitare, anche di quattro o cinque volte rispetto il prezzo all’origine. Una situazione che non siamo più disposti ad accettare, anche perché il modo per impedirlo “legalmente” ci sarebbe e, lo ribadisco, si chiama “Normativa sulle pratiche commerciali sleali” che impedisce di pagare i prodotti agricoli al di sotto dei costi di produzione. Penso che al Tavolo al Masaf sia un po’ mancato un ragionamento serio e condiviso sulle azioni necessarie per far sì che questa normativa venga applicata da subito. Lavoreremo comunque in questi mesi, insieme ai nostri referenti a livello nazionale, perché questo argomento diventi il primo punto anche dell’agenda del ministro. Il comparto ortofrutticolo può e deve essere salvato e rilanciato, ma senza un “giusto prezzo” per gli agricoltori non è possibile ripartire”.

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