REGGIO EMILIA

COMUNICATI STAMPA REGGIO EMILIA

21/06/16 – PUNTO NASCITE E SERVIZI MONTAGNA

Fronte comune delle associazioni d’impresa per il mantenimento

Fronte comune delle associazioni imprenditoriali reggiane sui servizi in montagna e a sostegno del punto nascite dell’Ospedale Sant’Anna di Castelnovo ne’ Monti

A scendere in campo, insieme, sono Cia, Cna, Coldiretti zona montana, Confagricoltura, Lapam Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti e Legacoop, che in un documento inviato ai presidenti della Regione, dell’Unione dei Comuni dell’Appennino Reggiano, della Provincia e ai Sindaci dei comuni montani  affermano, innanzitutto, che “il mantenimento di una rete di servizi capillare ed efficiente sul territorio montano è una delle condizioni fondamentali al fare impresa, al creare opportunità di lavoro, all’attrazione di investimenti, a quel presidio del territorio necessario per la vivibilità e la sostenibilità di ogni attività economica”.

Una sottolineatura dell’interdipendenza fra le politiche di sviluppo economico e quelle educative e di protezione sociale che tiene comunque conto del bisogno di aggregazioni dei servizi su un’area più vasta per garantirne sostenibilità economica e qualità.  “Le comprendiamo e le sosteniamo – sottolineano al proposito le associazioni imprenditoriali reggiane – purché siano prossime e compatibili alla tenuta comunitaria e alla vivibilità di paesi e vallate più distanti. Castelnovo ne’ Monti ha rappresentato nelle politiche del nostro territorio questa centralità. Malgrado il prezzo pagato dal crinale, questo disegno è stata accettato e compreso per decenni in base a un patto intergenerazionale fra i cittadini e l’amministrazione pubblica”. Ed è qui che viene l’affondo delle associazioni d’impresa riguardo al Sant’Anna, ma più in generale rispetto ai temi dei servizi in Appennino: “mettere in discussione oggi quegli impegni, scriverne un altro finale, con una concentrazione più distante, a Reggio Emilia, non più riconoscibile e tanto meno sostenibile in termini di vivibilità di tutto l’Appennino – scrivono le associazioni  – tradisce questo patto, strappa questa storia, rimette tutto in discussione. Minaccia, quindi, le premesse alla continuità e al ritorno generazionale”.

Le organizzazioni imprenditoriali richiamano poi le nuove opportunità che si sono determinate con l’introduzione dell’Area MAB Unesco, i progetti di fusione tra i comuni e quelli già realizzati, come nel caso del Ventasso: “sarebbe sorprendente se di fronte a queste opportunità e occasioni di programmazione di lungo periodo – sostengono coralmente – si chiedesse a cittadini e imprese di investire, mentre la politica che intende rappresentarli annunciasse invece arretramenti e disinvestimenti”. “Non v’è dubbio, e ne siamo consapevoli – proseguono  Cia, Cna, Coldiretti zona montana, Confagricoltura, Lapam Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti e Legacoop – che occorrerà aprire una fase più lunga e approfondita sul sistema sanitario adatto alle aree montane, con diversi equilibri e integrazioni fra presidi ospedalieri e territoriali o addirittura altri e diversi investimenti e modelli organizzativi”. “Nel frattempo – affermano le associazioni imprenditoriali reggiane – chiediamo che sia assicurata la continuità di tutti i servizi presenti e la loro fruibilità locale a partire da tutte le funzionalità attuali dell’Ospedale S. Anna e del suo punto nascita”.

In tal senso le organizzazioni d’impresa sollecitano la Conferenza Sociosanitaria provinciale a farsi subito “chiara promotrice di questa istanza insieme ai sindaci di tutta l’area vasta interessata anche oltre i confini montani e provinciali che l’area MaB Unesco e la strategia delle aree interna ci hanno consegnato”.

Chiediamo alla Regione Emilia Romagna – concludono le associazioni imprenditoriali – di essere coerente e conseguente, senza riserve o ripensamenti, a questa istanza e al confronto e alle determinazioni della sua Assemblea legislativa, inviando tempestivamente al Ministero una proposta organizzativa di mantenimento del punto nascita presso l’Ospedale S. Anna nella salvaguardia e crescita di sicurezza e qualità delle prestazioni secondo le possibilità che lo stesso Ministero ha determinato”.

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